Bundesgericht
Tribunal fédéral
Tribunale federale
Tribunal federal
6B_1504/2022
Sentenza del 3 ottobre 2024
I Corte di diritto penale
Composizione
Giudici federali Denys, Giudice presidente,
Muschietti, von Felten,
Cancelliera Ortolano Ribordy.
Partecipanti al procedimento
A.________,
patrocinato dall'avv. Yasar Ravi, dall'avv. Luisa Polli e dall'avv. Filip Cerimanovic,
ricorrente,
contro
1. Ministero pubblico del Cantone Ticino, Palazzo di giustizia, via Pretorio 16, 6901 Lugano,
2. B.________,
3. C.________,
4. D.________,
patrocinati dall'avv. Diego Olgiati,
5. E.________,
6. F.________,
opponenti.
Oggetto
Omicidio intenzionale, ripetute lesioni semplici, ripetuta minaccia, arbitrio,
ricorso in materia penale contro la sentenza emanata
il 25 luglio 2022 dalla Corte di appello e di revisione penale del Cantone Ticino (inc. n.17.2019.196+234+241 17.2020.60).
Fatti:
A.
Con sentenza del 15 maggio 2019 la Corte delle assise criminali ha riconosciuto A.________ autore colpevole di omicidio colposo, ripetute lesioni semplici, ripetuta minaccia, infrazione aggravata alla LStup, nonché di ripetuta contravvenzione alla LStup, lo ha prosciolto dall'accusa di omissione di soccorso e ha abbandonato il procedimento per titolo di contravvenzione alla LStup limitatamente ai fatti precedenti il mese di maggio 2016. Ha condannato A.________ alla pena detentiva di 5 anni, da dedursi il carcere preventivo sofferto, alla multa di fr. 200.-- e ha revocato la sospensione condizionale della pena pecuniaria inflittagli con decreto d'accusa del 13 marzo 2017. Oltre alla tassa di giustizia e alle spese giudiziarie, A.________ è stato condannato al pagamento a favore degli accusatori privati Eredi fu G.________ di vari importi (oltre interessi) a titolo di indennizzi per la riparazione del torto morale, il risarcimento dei danni e delle spese legali, nonché al pagamento a favore dell'accusatore privato E.________ di un importo (oltre interessi) a valere quale indennizzo per le spese legali sostenute. La Corte delle assise criminali ha infine rinviato gli accusatori privati al foro civile per le ulteriori pretese di tale natura.
B.
Questo giudizio è stato impugnato con appello di A.________ e con appelli incidentali degli accusatori privati Eredi fu G.________ e del Ministero pubblico.
Con sentenza del 25 luglio 2022, la Corte di appello e di revisione penale del Cantone Ticino (CARP) ha dichiarato A.________ autore colpevole di omicidio intenzionale, ripetute lesioni semplici e ripetuta minaccia. Constatato il passaggio in giudicato della condanna per i titoli di infrazione aggravata alla LStup e di ripetuta contravvenzione alla LStup e della multa irrogata in prima istanza, la CARP ha inflitto ad A.________ la pena detentiva di 9 anni, da dedursi il carcere preventivo sofferto, nonché la pena pecuniaria di 180 aliquote giornaliere di fr. 30.-- ciascuna, sospesa condizionalmente per un periodo di 5 anni, ma ha annullato la revoca della sospensione condizionale della pena pecuniaria di cui al decreto d'accusa del 13 marzo 2017. Ha poi confermato gli importi riconosciuti agli accusatori privati Eredi fu G.________ e ridotto quello a favore di E.________, precisando inoltre che gli indennizzi per le spese legali non producono interessi. Ha infine condannato A.________ al pagamento di ulteriori importi a favore degli accusatori privati a titolo di indennizzo per le spese legali da loro sostenute per la procedura di appello.
C.
A.________ si aggrava al Tribunale federale con un ricorso in materia penale, postulando in via principale il suo proscioglimento dalle imputazioni di omicidio intenzionale, di ripetute lesioni semplici e di ripetuta minaccia, il rinvio degli atti all'autorità cantonale per nuova commisurazione della pena, la reiezione delle pretese formulate dagli accusatori privati e l'addossamento allo Stato dell'integralità delle spese procedurali. Subordinatamente chiede, in breve, l'annullamento della sentenza della CARP e il rinvio dell'incarto all'autorità precedente per procedere agli atti istruttori mancanti e pronunciare un nuovo giudizio. A.________ formula pure domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio.
Con decreto presidenziale del 28 dicembre 2022 è stata respinta la domanda di conferimento dell'effetto sospensivo presentata contestualmente al ricorso in materia penale.
Non è stato ordinato uno scambio di scritti, ma è stato richiamato l'incarto cantonale.
Diritto:
1.
Inoltrato dall'imputato (art. 81 cpv. 1 LTF) e diretto contro una decisione finale (art. 90 LTF), resa in materia penale (art. 78 cpv. 1 LTF) da un'autorità cantonale di ultima istanza (art. 80 cpv. 1 LTF), il ricorso in materia penale è proponibile e di massima ammissibile, in quanto tempestivo (combinati disposti art. 100 cpv. 1 e art. 45 cpv. 1 LTF ) e presentato nelle forme richieste (art. 42 cpv. 1 LTF).
2.
Le imputazioni di omicidio intenzionale, ripetute lesioni semplici e ripetuta minaccia, da cui il ricorrente chiede di essere prosciolto, concernono fatti occorsi nelle prime ore del 22 aprile 2017 in una discoteca, rispettivamente all'uscita della stessa. Al riguardo, in estrema sintesi, la CARP ha ritenuto quanto segue.
Dopo una serata in un bar, verso la 01.00 del 22 aprile 2017 l'insorgente si è recato in discoteca in compagnia di amici. Nei pressi del bancone del bar della discoteca, il ricorrente ha sferrato, senza alcun motivo, un pugno al volto di F.________, causandogli una lesione alla guancia sinistra, rispettivamente una cervicalgia acuta. In discoteca vi era anche H.________, l'ex fidanzata del ricorrente. Nel corso della serata, questi ha tentato di abbracciarla senza successo. Presso il guardaroba della discoteca, I.________ ha toccato la spalla di H.________ per informarla che la di lei amica J.________, visibilmente ubriaca, la stava cercando. L'insorgente, lì presente, ha allora reagito colpendo I.________ con un pugno. Mentre il ricorrente aspettava ancora di ritirare la sua giacca, la sua ex fidanzata è uscita dalla discoteca senza rispondere ai suoi richiami, esasperando così la sua frustrazione dopo essere stato già respinto nel suo precedente tentativo di abbracciare la donna. Verosimilmente un po' arrabbiato, egli è a sua volta uscito a passo sostenuto, deciso a raggiungerla. In prossimità dell'uscita, contestualmente al restringimento che si veniva a creare all'altezza del cancello, l'insorgente ha visto il proprio incedere ostacolato dalle persone lì presenti, tra cui G.________. Al fine di scansare quest'ultimo, che ai suoi occhi rappresentava un ostacolo tra sé e la ex fidanzata, lo ha colpito con un colpo alla nuca e una spallata senza neppure fermarsi. G.________ è stato scaraventato contro il cancello: la sua spalla sinistra ha urtato con violenza contro il cancello ed egli si è accasciato al suolo esanime. Alcuni presenti hanno cercato di rianimare G.________ con il massaggio cardiaco e il defibrillatore fino all'arrivo dell'ambulanza. I sanitari gli hanno applicato la maschera laringea, lo hanno intubato e trasportato all'ospedale, dove è stato ricoverato nel reparto di medicina intensiva ed è morto senza mai riprendere conoscenza. Avendo assistito al pugno inferto a G.________, l'agente di sicurezza della discoteca E.________ ha seguito il ricorrente per qualche metro e a metà della rampa di uscita lo ha spinto in modo da bloccarlo contro la parete. In quel frangente l'insorgente gli ha sferrato un pugno alla tempia sinistra, E.________ ha reagito colpendo a sua volta il ricorrente. Con l'ausilio di alcuni colleghi, egli lo ha in seguito condotto sul marciapiede della strada cantonale. Il ricorrente ha poi proferito delle minacce di morte nei confronti di E.________.
L'insorgente contesta l'integralità di questi fatti in quanto accertati in violazione del diritto. Lamenta in particolare l'arbitrio nella valutazione delle prove e nell'accertamento dei fatti, la violazione del diritto di essere sentito, del principio
in dubio pro reoe dell'art. 6 CPP.
2.1. Preme ricordare che il Tribunale federale fonda la sua sentenza sui fatti accertati dall'autorità inferiore (art. 105 cpv. 1 LTF). La parte ricorrente che intende scostarsene deve dimostrare che il loro accertamento è stato svolto in modo manifestamente inesatto, ovvero arbitrario, o in violazione del diritto ai sensi dell'art. 95 LTF, spiegando inoltre in che misura l'eliminazione dell'invocato vizio è determinante per l'esito del procedimento (art. 97 cpv. 1 LTF). In caso contrario, esso non tiene conto di uno stato di fatto diverso da quello posto a fondamento della decisione impugnata (DTF 149 II 337 consid. 2.3).
Se rimprovera all'autorità inferiore un accertamento dei fatti manifestamente inesatto, la parte ricorrente deve sollevare la censura e motivarla in modo preciso, come esige l'art. 106 cpv. 2 LTF. In quest'ottica, argomentazioni vaghe o meramente appellatorie e semplici rinvii agli atti cantonali non sono ammissibili (DTF 148 IV 409 consid. 2.2).
2.2. Il diritto d'essere sentito, garantito dall'art. 29 cpv. 2 Cost. e sancito dall'art. 107 cpv. 1 CPP, comprende, tra l'altro, anche il diritto per l'interessato di consultare l'incarto, di offrire mezzi di prova su punti rilevanti e di esigerne l'assunzione, di partecipare alla stessa e di potersi esprimere sulle relative risultanze nella misura in cui possano influire sulla decisione (DTF 148 II 73 consid. 7.3.1; 146 IV 218 consid. 3.1.1).
Questa garanzia non impedisce tuttavia all'autorità di procedere a un apprezzamento anticipato delle prove richieste e rinunciare ad assumerle, se è convinta che non potrebbero condurla a modificare il suo giudizio. Nell'ambito della procedura penale, questa facoltà è prevista pure dall'art. 139 cpv. 2 CPP, per cui i fatti irrilevanti, manifesti, noti all'autorità penale, oppure già comprovati sotto il profilo giuridico non sono oggetto di prova. Il rifiuto di assumere una prova viola il diritto di essere sentito solo se la valutazione anticipata della sua rilevanza è inficiata da arbitrio (DTF 146 III 73 consid. 5.2.2; 145 I 167 consid. 4.1).
2.3. Per costante giurisprudenza, l'arbitrio non si realizza già qualora la soluzione proposta con il ricorso possa apparire sostenibile o addirittura preferibile a quella contestata; il Tribunale federale annulla la pronuncia criticata solo se il giudice del merito ha emanato un giudizio che appare - e ciò non solo nella motivazione bensì anche nell'esito - manifestamente insostenibile, in aperto contrasto con la situazione reale, gravemente lesivo di una norma o di un principio giuridico chiaro e indiscusso oppure in contraddizione urtante con il sentimento della giustizia e dell'equità (DTF 147 I 241 consid. 6.2.1). Per quanto riguarda in particolare la valutazione delle prove e l'accertamento dei fatti, il giudice - che in questo ambito dispone di un ampio margine di apprezzamento - incorre nell'arbitrio se misconosce manifestamente il senso e la portata di un mezzo di prova, se omette senza valida ragione di tener conto di un elemento di prova importante, suscettibile di modificare l'esito della vertenza, oppure se ammette o nega un fatto ponendosi in aperto contrasto con gli atti di causa o interpretandoli in modo insostenibile (DTF 148 IV 356 consid. 2.1).
2.4. Con riferimento alla valutazione delle prove, la presunzione di innocenza (art. 32 cpv. 1 Cost., art. 10 CPP) e il principio
in dubio pro reo, che ne è il corollario, implicano che il giudice penale non può dichiararsi convinto dell'esistenza di una fattispecie più sfavorevole all'imputato quando, secondo una valutazione oggettiva del materiale probatorio, sussistono dubbi che i fatti si siano verificati proprio in quel modo. Poiché sempre possibili, semplici dubbi astratti e teorici non sono tuttavia sufficienti, non potendo essere esatta una certezza assoluta. Il principio è disatteso solo quando il giudice penale avrebbe dovuto nutrire, dopo un'analisi globale e oggettiva delle prove, rilevanti e insopprimibili dubbi sulla colpevolezza dell'imputato. Nell'ambito della valutazione delle prove nella procedura dinanzi al Tribunale federale, il principio
in dubio pro reo non assume una portata che travalica quella del divieto dell'arbitrio (DTF 148 IV 409 consid. 2.2).
3.
Il ricorrente si duole innanzitutto della violazione del diritto di essere sentito a causa della mancata audizione testimoniale di K.________ e dei coniugi L.________.
3.1.
3.1.1. Pendente la procedura di appello, a distanza di quasi 2 anni e mezzo dai fatti, K.________ si è presentata presso la gendarmeria, asserendo di aver assistito ai fatti occorsi il 22 aprile 2017. La CARP ha respinto l'istanza dell'interessata volta a beneficiare della garanzia dell'anonimato, in quanto infondata. Benché le fosse stato nominato un difensore d'ufficio a tutela dei suoi interessi in quest'ambito, tale rifiuto è rimasto incontestato. Ciò malgrado, K.________ ha ripetutamente espresso la sua intenzione di non dar seguito ad alcuna convocazione per essere interrogata, dapprima con un certificato medico, ritenuto insufficiente per dispensarla dal comparire, e poi comunicando alcuni giorni prima della sua prevista audizione di trovarsi all'estero. K.________ si è resa irreperibile e non si è presentata alla data prevista per la sua audizione. La polizia, munita di mandato di accompagnamento coattivo, non ha potuto far altro che constatare la sua assenza dal domicilio. Raggiunta telefonicamente per il tramite della madre, K.________ ha ribadito di non voler testimoniare in giudizio e dichiarato viepiù di non ricordare nulla dei fatti in giudizio. Tenuto conto che anche il tentativo di procedere alla traduzione forzata di K.________ si è rivelato vano, la CARP ha respinto la richiesta della difesa di sospendere il dibattimento nell'ottica di procedere a un'ulteriore citazione della teste, potendo il giudizio essere emesso sulla scorta del materiale probatorio in atti. L'autorità cantonale ha comunque ritenuto che K.________, sulla cui credibilità generale gravavano "ombre pesantissime", non avesse per finire nulla di rilevante da dichiarare.
3.1.2. Secondo il ricorrente, l'agire della CARP sarebbe contraddittorio e insostenibile. Dopo aver in un primo tempo ipotizzato un rinvio della causa al pubblico ministero, essa avrebbe citato al dibattimento di appello K.________, ritenendo implicitamente la sua testimonianza rilevante per l'esito del procedimento. Sennonché, avrebbe poi rifiutato di sospendere il dibattimento, considerando sufficienti gli elementi agli atti. In urto con la giurisprudenza del Tribunale federale, la CARP avrebbe per giunta ritenuto le dichiarazioni della donna inattendibili sulla base di una valutazione della sua credibilità generale.
La censura è vana. Tenuto conto dell'agire di K.________, appare evidente che una sospensione del dibattimento d'appello avrebbe comportato unicamente un inutile allungamento del procedimento contrario agli interessi dello stesso ricorrente. La potenziale teste, oltre a manifestare ripetutamente e senza giustificazioni il suo rifiuto di comparire, ha infatti affermato per finire di non ricordare più nulla della vicenda. Ciò posto, la CARP ha nondimeno proceduto a valutare la rilevanza di tale eventuale mezzo di prova, negandola. La sua conclusione non si fonda su un esame della credibilità generale dell'interessata, intesa quale sua permanente caratteristica personale, che la giurisprudenza non considera determinante per la ricerca della verità materiale (v. DTF 147 IV 534 consid. 2.3.3, 409 consid. 5.4.3). Certo, tenuto conto della tempistica con cui K.________ si è recata alla gendarmeria, della sua frequentazione con la famiglia dell'insorgente e della sua chiara reticenza a essere interrogata dal tribunale (con il connesso obbligo di dire la verità [v. art. 177 cpv. 1 CPP] e le possibili conseguenze di una falsa testimonianza [v. art. 307 CP] si aggiunge in questa sede), l'autorità cantonale ha osservato, non senza ragione, che le sue allegazioni potevano essere recepite solo con cautela. La CARP ha nondimeno vagliato la sostanza del racconto reso dalla donna alla gendarmeria e constatato che divergeva significativamente sia con quanto riferito dal teste M.________ sia con la posizione della stessa difesa, K.________ essendo l'unica a sostenere che la vittima sarebbe stata urtata da addirittura un "gruppo" di agenti di sicurezza. Il ricorrente non sostanzia arbitrio in questa valutazione, ma propone argomenti di mera natura appellatoria, laddove considera che il racconto di K.________ sarebbe invece perfettamente sovrapponibile a quello di altri testi, da cui si dedurrebbe che nell'atrio della discoteca vi sarebbero stati almeno due agenti di sicurezza. Sennonché non illustra perché sarebbe insostenibile considerare che un gruppo non corrisponda ad "almeno due agenti".
3.2.
3.2.1. Nel corso dell'istruttoria, il 27 aprile 2017 alle ore 20.08 è giunto alla polizia cantonale un messaggio di posta elettronica anonimo, in cui il mittente asseriva di aver assistito agli eventi del 22 aprile precedente. Nonostante gli sforzi, non è stato possibile identificare il suo autore, ma unicamente stabilire il numero IP utilizzato, che risulta riferito a una connessione generata da un'utenza attivata da N.________ residente in Italia, il cui contratto è stato sottoscritto esibendo il documento di legittimazione del marito, O.________. Interrogati, i coniugi si sono dichiarati estranei ai fatti, indicando tuttavia di aver ospitato i coniugi L.________ che avevano avuto accesso al loro allacciamento Internet. Di questi si sa solo che risiedevano in Olanda. Poiché l'estensore dell'e-mail è rimasto ignoto, la CARP ha ritenuto che fosse impossibile valutare compiutamente la portata di quanto ivi riferito, non essendo dato di sapere se l'interessato abbia effettivamente assistito ai fatti e se sia estraneo al procedimento e quindi disinteressato al suo esito. Dopo aver osservato che la pretesa paura, addotta a giustificazione dell'anonimato, è talmente plateale e inverosimile da destituire da sola di qualsiasi credibilità il racconto proposto con messaggio di posta elettronica, la CARP ha comunque sia esaminato la descrizione della dinamica degli eventi e constatato che differiva dal materiale probatorio in atti, in particolare dal racconto fornito dal teste M.________, come anche dalla versione dello stesso insorgente. L'autorità cantonale ha concluso che quanto riferito nell'e-mail fosse privo di qualsiasi attendibilità.
3.2.2. Il ricorrente imputa alla CARP anche in questo caso un'attitudine contraddittoria, nella misura in cui da un lato avrebbe escluso la necessità dell'audizione testimoniale dei coniugi L.________, dall'altro però ammetterebbe l'impossibilità di valutare la portata del racconto contenuto nell'e-mail a causa dell'anonimato del suo estensore. A torto poi i giudici cantonali riterrebbero inverosimile la paura espressa dall'autore del messaggio di posta elettronica. Ometterebbero infatti di considerare che esso è giunto all'indomani dell'intervista di E.________ apparsa online, con cui l'estensore avrebbe appreso delle "false accuse mosse al ricorrente" da parte degli agenti di sicurezza. Sarebbe inoltre ininfluente che la dinamica degli eventi descritta nell'e-mail non corrisponderebbe con quella fornita dal teste M.________, rispettivamente dall'insorgente. In realtà essa permetterebbe di spiegare le divergenze riscontrate tra il racconto del menzionato teste, che riferirebbe di uno spintone, e quello di E.________, che invece parlerebbe di un pugno, ciò che la CARP avrebbe omesso di considerare.
La critica è infruttuosa e ampiamente appellatoria. Il ricorrente infatti non sostanzia alcun arbitrio con riferimento segnatamente alla ritenuta inattendibilità del racconto contenuto nell'e-mail, ma si limita a opporvi la propria valutazione in senso contrario. La CARP ha in particolare rilevato che l'autore dell'e-mail definisce l'agente di sicurezza come un giovane, malgrado giovane non sia e neppure lo appaia, e che, se gli eventi si fossero davvero svolti nel modo descritto, non si capisce perché l'insorgente non li abbia esposti negli stessi termini, permettendogli di dimostrare la sua estraneità ai fatti. Su questi elementi, che consentono in modo sostenibile di considerare inattendibile la versione fornita nel messaggio di posta elettronica e quindi di rendere superflui ulteriori tentativi volti a identificare il suo autore, il gravame è silente. Sicché si deve concludere che il rifiuto della CARP di convocare e di interrogare i coniugi L.________ non viola il diritto di essere sentito del ricorrente né il divieto dell'arbitrio.
4.
Il ricorrente contesta la sua condanna per titolo di lesioni semplici ai danni di F.________. Sostiene che un'attenta valutazione del materiale probatorio agli atti permetterebbe di escludere che egli sia l'autore del pugno sferrato a quest'ultimo. Evidenzia in particolare che l'interessato non sarebbe stato in grado di identificare la persona che lo avrebbe colpito e che le dichiarazioni di P.________, sulla cui base la CARP avrebbe accertato i fatti, non sarebbero attendibili.
4.1. Sulla scorta delle dichiarazioni di F.________, P.________ e I.________, la CARP ha accertato che, nelle prime ore del mattino, il ricorrente ha sferrato, senza motivo, un pugno ad F.________ nei pressi del bancone del bar. Malgrado l'insorgente abbia sostenuto che l'episodio concernesse I.________, asseritamente reo di aver importunato la sua ex fidanzata, la CARP ha evidenziato come proprio quest'ultimo abbia dichiarato di aver sì ricevuto un pugno dal ricorrente, ma presso il guardaroba. F.________ ha dal canto suo riferito che, passando nella zona bar, è stato colpito con un pugno in volto, senza vedere però chi glielo avesse inferto. In seguito al colpo si è accasciato e, rialzatosi, se ne è andato a casa. Quanto a P.________, questi ha raccontato che, mentre ballava a pochi passi dal bar, ha notato l'insorgente tirare un pugno a un ragazzo, al che si è diretto verso il ricorrente e lo ha abbracciato. Dopo aver ricevuto il pugno, il ragazzo non ha reagito, ma se ne è andato via.
4.2. L'insorgente rileva come lo stesso F.________ abbia affermato di non aver visto chi lo abbia colpito, ma di aver notato "un po' di mani che si muovevano". Il ricorrente ne deduce che in quel mentre vi sarebbe stata verosimilmente "una zuffa, seppur di poco conto", circostanza che la CARP non avrebbe minimamente preso in considerazione. La critica è vana. L'ipotesi di una zuffa è esclusa proprio in ragione delle dichiarazioni della vittima del pugno che, esplicitamente interrogata in proposito nel medesimo verbale citato nel gravame, ha negato vi fosse in corso un litigio (incarto cantonale, all. 40 pag. 3). Per quel che concerne invece il racconto di P.________, la relativa valutazione da parte della CARP risulta sostenibile. Egli ha riferito di aver visto, allorché stava danzando, il ricorrente tirare un pugno a un ragazzo che non conosceva, si è quindi diretto verso di lui e lo ha abbracciato. Benché abbia precisato che il gesto non gli è sembrato violento, considerandolo piuttosto come un segnale perché si allontanasse, e abbia aggiunto di non essere sicuro che il colpo fosse andato a segno, l'autorità cantonale non ha creduto a questa relativizzazione, che ha attribuito alla "difficoltà emotiva" insita nell'essere messo a confronto con una persona amica, relativizzazione peraltro incompatibile con l'azione di bloccare l'insorgente con un abbraccio per evitare che facesse "più danni". Il ricorrente contesta che il teste possa essersi trovato in una sorta di difficoltà emotiva, atteso che non sono amici, ma si conoscono solo "di vista", sicché non sarebbe possibile dubitare della sua credibilità su tale circostanza. La critica è appellatoria. Ma quand'anche non si trattasse di amicizia bensì di semplice conoscenza, non sarebbe possibile escludere una "difficoltà emotiva" evocata dalla CARP. Del resto, se davvero l'insorgente si fosse limitato a un gesto piuttosto innocuo per indicare al ragazzo di allontanarsi, non si spiegherebbe perché P.________ abbia ritenuto necessario bloccare il ricorrente con un abbraccio. Ciò posto, in modo sostenibile l'autorità cantonale ha accertato i fatti alla base della condanna per titolo di lesioni semplici, considerando le dichiarazioni della vittima e del teste concordanti quanto al luogo in cui è avvenuto l'episodio (in prossimità del bar della discoteca), al colpo (pugno), alla parte del corpo colpita (volto) e alla gratuità del gesto, oltre che all'atteggiamento delle vittima che, dopo essere stata colpita, se n'è andata senza reagire.
4.3. Malgrado non pretenda, né insinui che il teste abbia potuto mentire, l'insorgente insiste sull'inattendibilità di P.________ in particolare con riferimento alla collocazione temporale dell'episodio. Il ricorrente enumera una serie di elementi e di dichiarazioni di altri avventori che a suo dire la CARP avrebbe ignorato e che smentirebbero il racconto di P.________, dimostrando invece che, al momento in cui secondo l'accusa il ricorrente avrebbe colpito F.________, egli si sarebbe trovato in realtà in compagnia di altre persone che nulla avrebbero riferito in merito all'episodio del pugno.
La censura è di natura appellatoria. Da un lato il ricorrente non si confronta con la sentenza impugnata in merito alla collocazione temporale dell'episodio del pugno al bancone e neppure sugli ulteriori elementi, segnatamente le dichiarazioni dell'ex fidanzata, di Q.________ e di R.________, che la CARP ha menzionato a supporto e conferma del racconto di P.________ e a confutazione della versione della difesa. Quanto ai racconti degli altri avventori, riportati nel gravame, non sono d'ausilio alla tesi difensiva. Infatti, non sono tra loro concordanti sugli orari e non sono quindi suscettibili di inficiare gli accertamenti cantonali.
4.4. La CARP ha aggiunto che i fatti accertati sono congruenti con la gelosia che il ricorrente ancora nutriva nei confronti della sua ex fidanzata, gelosia confermata dalla diretta interessata e da una sua amica. I giudici precedenti hanno osservato come agli atti figurino due immagini della videosorveglianza della discoteca che ritraggono H.________ in compagnia proprio di F.________ presso il bancone del bar. Benché la scena sia antecedente all'arrivo in discoteca dell'insorgente, la CARP ha ritenuto possibile che si sia ripetuta nel seguito della serata, rispettivamente che qualcuno ne abbia riferito al ricorrente, provocandone la reazione all'origine del pugno. Se a prima vista tale argomentazione può sembrare unicamente una speculazione priva di qualsiasi fondamento probatorio, come preteso nel gravame, essa appare invero sostenuta dalle dichiarazioni di P.________, considerato attendibile. Questi ha infatti riferito che, una volta bloccato l'insorgente con un abbraccio, alla domanda di sapere cosa stesse facendo, gli ha risposto "per la H.________". Nulla muta in proposito la dichiarazione di F.________, evidenziata nell'impugnativa, che ha negato di aver importunato una ragazza quella sera. Intrattenersi o interessarsi a una ragazza non significa infatti sistematicamente o necessariamente importunarla e il fatto che F.________ si sia intrattenuto con H.________ risulta inequivocabilmente dalle immagini della videosorveglianza richiamate nella sentenza impugnata.
4.5. Per il resto, il ricorrente non contesta la realizzazione degli elementi oggettivi e soggettivi del reato di lesioni semplici alla luce degli accertamenti cantonali che hanno resistito alle critiche di arbitrio.
5.
La CARP ha in seguito accertato che nel corso della serata in discoteca il ricorrente ha incassato un rifiuto da parte della sua ex fidanzata, avendo egli tentato di abbracciarla senza essere ricambiato, ciò che ha contribuito a fargli perdere il controllo anche nei pressi del guardaroba (v.
infra consid. 6). Tale accertamento si fonda sulle dichiarazioni di E.________ e di P.________. La Corte cantonale ha rilevato che anche il direttore della discoteca, S.________, e la barista, T.________, hanno riferito di un tentativo di abbraccio di una ragazza da parte di un ragazzo, pur collocandolo in momenti diversi della serata.
5.1. Secondo l'insorgente, tale accertamento sarebbe arbitrario. P.________ si sarebbe già rivelato inattendibile con riferimento a quanto accaduto a fine serata. Anche E.________ avrebbe situato l'episodio dell'abbraccio a fine serata. Tuttavia, tali versioni sarebbero chiaramente smentite da quelle rese da T.________, che avrebbe chiesto l'intervento della sicurezza, e da S.________ che, sollecitato a tal fine, avrebbe fatto intervenire l'agente di sicurezza E.________. Entrambi avrebbero collocato l'episodio verso le ore 01.30, rispettivamente alle ore 02.45. Per ovviare a tale incongruità temporale, la CARP avrebbe ipotizzato che il tentativo di abbraccio si sia ripetuto una seconda volta. Trattasi per il ricorrente di una mera ipotesi, del tutto arbitraria perché priva di fondamento. Vi sarebbe inoltre evidenza che T.________, S.________ e E.________ riferirebbero dello stesso episodio. Sennonché, né per T.________ né per S.________, la ragazza protagonista dell'episodio corrisponderebbe a H.________. Sicché l'insorgente non avrebbe incassato nessun rifiuto da parte di quest'ultima, che avrebbe contribuito, come pretende la CARP, a fargli perdere il controllo.
5.2. L'episodio è descritto dai vari testi in modo analogo, le divergenze limitandosi alla sua collocazione temporale. Al riguardo la CARP ha spiegato che non è sempre facile situare in modo preciso nel tempo gli eventi e soprattutto riportare quanto accaduto in una serata che ha avuto un epilogo funesto come in concreto. E tanto basta per superare in modo sostenibile le citate divergenze. Il ricorrente insiste sulla maggiore attendibilità dell'orario indicato da T.________, che avrebbe collocato l'episodio non "a caso", ma "secondo una precisa e motivata ricostruzione degli eventi". Sennonché non si avvede che, da un lato, la stessa in occasione del suo interrogatorio ha riconosciuto di avere "un po' i pensieri offuscati" (incarto cantonale, all. 61 pag. 4), e dall'altro lato l'orario da lei indicato, ovvero le ore 01.30, non può essere corretto. Infatti, il direttore della discoteca, oltre a riferire che T.________ è rimasta scioccata da quanto successo, ha affermato di essere restato in cassa sino alla relativa chiusura, che avviene alle ore 02.30, e di essersi in seguito appostato nei pressi del bar (incarto cantonale, all. 52 pag. 3-4). P.________, che il ricorrente non pretende abbia mentito, pur mettendo in dubbio la sua credibilità, ha indicato nell'insorgente e nella sua ex fidanzata H.________ i protagonisti dell'episodio al bar. L'insorgente non contesta poi che il racconto di P.________ sia perfettamente sovrapponibile a quello di E.________, come rilevato dalla CARP. E.________ ha sostenuto che il ragazzo che cercava di abbracciare la ragazza fosse proprio il ricorrente e così ha fatto pure il direttore del locale, nella misura in cui ha riferito trattarsi della stessa persona di cui al successivo episodio presso il guardaroba (incarto cantonale, all. 52 pag. 6). Pur non essendo certo, E.________ ha affermato che la ragazza poteva essere H.________. È vero invece che, come addotto nel gravame, S.________ ha escluso fosse lei e che T.________ ha fornito una descrizione della ragazza non completamente identica alla fotografia agli atti di H.________. Ciò tuttavia non rende il contestato accertamento della CARP arbitrario. La dinamica dell'episodio è infatti riferita in modo analogo da tutte le persone citate che, ad eccezione di T.________ che non ha saputo fornire una descrizione del ragazzo, hanno indicato nel ricorrente il ragazzo che ha tentato di abbracciare la ragazza. L'insorgente del resto, che contesta l'episodio dell'abbraccio, neppure pretende di avere, nel corso della serata, cercato in realtà di eventualmente abbracciare un'altra donna. Infine, non vi sono ragioni, né sono davvero addotte nel ricorso, per non credere a P.________, quando ha riferito dell'episodio e dei relativi protagonisti, sui quali non ha mostrato tentennamenti di sorta e che egli conosceva. L'accertamento della CARP in merito all'abbraccio non ricambiato resiste dunque alle critiche ricorsuali.
6.
È stato anche accertato che, nei pressi del guardaroba, allorché H.________ cercava di recuperare la sua giacca, I.________ le ha toccato la spalla per attirare la sua attenzione sulla di lei amica che, ubriaca, la cercava. Il ricorrente ha reagito colpendo I.________ con un pugno. Benché questi fatti non siano oggetto di imputazione alcuna a causa dell'assenza di querela, la CARP li ha tuttavia ritenuti rivelatori della gelosia che l'insorgente ancora nutriva nei confronti della sua ex fidanzata al punto da fargli perdere il controllo e sferrare, nella medesima serata, due pugni a due diversi uomini la cui colpa si limitava a essersi trovati, per ragioni diverse, vicini alla sua ex fidanzata.
6.1. Il ricorrente evidenzia come egli non abbia escluso di aver, gesticolando, involontariamente colpito I.________, versione che sarebbe compatibile con gli atti di causa. Lo stesso I.________ avrebbe infatti affermato di essere stato colpito di striscio, senza mai sostenere di aver ricevuto un pugno. Né S.________ né E.________ inoltre avrebbero saputo indicare come I.________ sia stato colpito. Quanto a U.________ avrebbe sostenuto di aver visto l'insorgente colpire l'amico con un pugno, ma di non essere in grado di indicare dove e con che mano. Le sue dichiarazioni non sarebbero però decisive, atteso che ella stessa avrebbe affermato che I.________ avrebbe saputo meglio di lei dove sia stato colpito. Ciò che, a mente del ricorrente, restituirebbe tutta la sua forza probante al racconto di I.________ di essere stato colpito di striscio. Niente permetterebbe dunque di accertare che l'insorgente abbia, con un gesto gratuito e volontario, inferto un pugno all'interessato e da tale episodio nulla potrebbe essere dedotto sul comportamento del ricorrente.
6.2. La censura non ha pregio. Che I.________ sia stato colpito di striscio non esclude minimamente il pugno né avvalora la tesi difensiva di un urto involontario conseguente a una (esagerata) gesticolazione. Vero è che U.________ non ha saputo indicare la dinamica del colpo né in che punto I.________ sia stato colpito; ella ha tuttavia inequivocabilmente indicato si trattasse di un pugno e non certo di un gesto casuale. Del resto I.________ ha affermato di essere stato colpito mentre si girava e quindi mentre era in movimento. Ciò risulta compatibile con un colpo ricevuto solo di striscio. Egli ha altresì precisato che, accusato il colpo, si è girato nuovamente e ha visto, accanto a H.________, il ricorrente in una postura non propriamente conciliante e con un'espressione del viso che gli ha fatto capire fosse irritato. L'accertamento della CARP non appare pertanto censurabile.
7.
La CARP ha accertato che, ritirata la sua giacca al guardaroba, H.________ è uscita dalla discoteca, senza attendere il ricorrente che le chiedeva di aspettarlo. L'insorgente è uscito a sua volta con passo sostenuto, deciso a raggiungere la sua ex fidanzata che lo aveva abbandonato lì senza rispondere ai suoi richiami. In prossimità dell'uscita, il ricorrente ha visto il proprio incedere ostacolato dalle persone ivi presenti, tra cui G.________, e per scansare quest'ultimo lo ha colpito con un colpo alla nuca e una spallata. G.________ è stato scaraventato contro il cancello sito nell'atrio dopo le porte scorrevoli dell'uscita, e si è accasciato esanime.
7.1. L'insorgente ritiene innanzitutto arbitrario l'accertamento della CARP secondo cui la sua ex ragazza lo avrebbe piantato in asso al guardaroba mentre lui aspettava ancora la sua giacca, ciò che avrebbe esasperato la sua frustrazione e lo avrebbe spinto a precipitarsi al suo seguito. Si tratterebbe infatti di una supposizione non suffragata da alcun elemento. In realtà, H.________, che quella notte si è intrattenuta nei bagni dell'esercizio pubblico con l'insorgente, non avrebbe avuto motivo di abbandonarlo al guardaroba. Il suo comportamento sarebbe invero congruente con la situazione venutasi a creare al guardaroba, che avrebbe indotto la guardarobiera a chiedere l'intervento del direttore. Peraltro, dalle testimonianze agli atti risulterebbe che l'insorgente avrebbe ottenuto la sua giacca prima della sua ex fidanzata e che sarebbero usciti dalla discoteca pressoché contemporaneamente, ricordato inoltre come il ricorrente abbia dichiarato alla polizia di aver avuto l'intenzione di rincasare proprio con H.________.
La censura è in larga parte appellatoria. La ritenuta frustrazione del ricorrente non costituisce una speculazione della CARP, ma la deduzione logica dagli accertamenti in merito all'abbraccio rifiutato, all'ira manifestata nei confronti di I.________ che si è avvicinato alla sua ex fidanzata e alla mancata risposta ai suoi richiami da parte di H.________, che è appunto uscita senza aspettarlo. Non giova al ricorrente richiamare le dichiarazioni di S.________, che ha sostenuto di aver visto la coppia dirigersi insieme verso l'uscita. H.________, citata nella sentenza impugnata, ha infatti affermato di essere certa di essere uscita da sola. Peraltro, l'insorgente non contesta di aver richiamato l'attenzione della sua ex fidanzata perché lo aspettasse. Orbene, E.________, incaricato dal direttore del locale di tenere d'occhio il ricorrente dopo il colpo inferto a I.________ al guardaroba, ha indicato che la ragazza è uscita a passo veloce, mentre ancora il ricorrente si trovava al guardaroba e allorché le chiedeva di attenderlo. Non appare pertanto arbitrario l'accertamento della CARP per cui l'insorgente è stato "piantato in asso" dalla sua ex fidanzata. Non muta la sostanza delle cose la dichiarata intenzione del ricorrente di rincasare con H.________ e "divertir[si]". Nulla indica infatti che quest'ultima avesse il medesimo intento.
7.2. Sulla scorta delle dichiarazioni rese da M.________ e da E.________, ritenute perfettamente sovrapponibili, la CARP ha identificato nel ricorrente l'autore dell'aggressione ai danni di G.________.
7.2.1. L'insorgente evidenzia però come le rispettive dichiarazioni divergano su aspetti centrali, ossia sul tipo di colpo inferto alla vittima, nonché sulla descrizione dell'autore del colpo. M.________ ha sempre riferito di una spallata, mentre E.________ di un pugno. L'autorità cantonale supererebbe questa palese incongruenza con la diversa prospettiva da cui gli interessati avrebbero assistito alla scena, che tuttavia non sarebbe suscettibile di giustificare le divergenti dichiarazioni.
Il ricorrente ripropone le stesse argomentazioni addotte dinanzi all'istanza precedente, senza tuttavia confrontarsi convenientemente con la sentenza impugnata. Fondandosi sulle dichiarazioni di M.________ e di E.________ nonché sulla documentazione fotografica della ricostruzione dei fatti, la CARP ha accertato che essi hanno assistito alla scena da angolazioni diverse, ciò che spiega l'apparente contraddizione tra la spallata vista dal primo e il pugno osservato dal secondo. Dalla sua posizione, alle spalle della vittima, M.________ non poteva notare il pugno perché nascosto dai corpi di G.________ e dell'aggressore. E.________ aveva invece una visuale più obliqua, che gli permetteva di vedere i movimenti del braccio destro dell'aggressore. L'insorgente considera arbitrarie queste considerazioni, ma non illustra per quali ragioni sarebbero insostenibili. Evidenzia come E.________, la cui attenzione sarebbe stata focalizzata sul ricorrente, abbia affermato di aver visto molto bene la scena, eppure non avrebbe mai riferito di una spallata e nemmeno dell'urto della vittima contro il cancello. Sennonché, l'insorgente non pretende che la posizione dell'interessato gli avrebbe permesso di scorgere, oltre al pugno, anche la spallata e l'urto contro il cancello.
Il ricorrente sostiene poi che, se la vittima fosse davvero stata colpita con un pugno all'altezza dell'orecchio destro e se si volesse ritenere, come fa la CARP, che tale pugno non sia stato scorto da M.________ perché nascosto dai corpi, allora bisognerebbe concludere che l'aggressore avrebbe dovuto necessariamente essere più alto della vittima, ciò che escluderebbe l'insorgente quale possibile autore. Lo stesso M.________ ha però dichiarato di aver visto una spallata del tipo "fore checking" nel disco su ghiaccio, precisando che tale azione può delle volte mascherare un pugno. Il ricorrente pretende che tale precisazione sia frutto di un meccanismo di suggestione, senza tuttavia addurre elementi che avrebbero potuto far sorgere tale suggestione, sicché la sua obiezione ha natura puramente appellatoria.
7.2.2. Sempre con riferimento alla dinamica dell'aggressione, l'insorgente ritiene che sarebbe incoerente dal profilo motorio e cinetico. Sostiene inoltre che la versione di E.________ sarebbe smentita dalle risultanze degli esami autoptici, visto che non sarebbero stati evidenziati infiltrati ematici nella zona in cui a suo dire sarebbe stato sferrato il pugno, e sarebbe smentita anche dall'assenza sul dorso delle mani del ricorrente di contusioni o escoriazioni compatibili con tutti i pugni di quella sera a lui imputati.
Trattasi di punti già sollevati in sede cantonale e che il ricorrente si limita a ribadire in questa sede, come se il Tribunale federale fosse un'autorità di appello, contrapponendo semplicemente la sua visione a quanto stabilito dalla CARP. Quest'ultima ha ritenuto plausibile la dinamica dell'aggressione e ha spiegato che la presenza di ematomi dipende dal tipo di tessuto impattato. Orbene al riguardo l'insorgente non spiega perché la ritenuta plausibilità risulterebbe invece arbitraria sotto il profilo motorio e cinetico né pretende che la zona colpita con un gancio sia costituita da un tipo di tessuto sul quale un impatto avrebbe necessariamente prodotto un ematoma. La CARP ha anche considerato irrilevante l'addotta assenza di particolari riscontri sul dorso della mani del ricorrente per due ragioni: da un lato perché sferrare un pugno non produce sistematicamente segni sul dorso della mano e dall'altro lato perché, avendo per anni praticato karate a livello agonistico, il ricorrente sa come colpire senza farsi male, l'arma principale della disciplina essendo proprio il pugno. L'insorgente contesta, peraltro con un'argomentazione di stampo appellatorio, solo la seconda delle ragioni appena esposte, omettendo di censurare la prima. Non pretende né dimostra che il fatto di tirare uno o più pugni cagioni obbligatoriamente contusioni o escoriazioni sul dorso della mano. Non si giustifica dunque di attardarsi oltre sulla questione.
7.2.3. Il ricorrente contesta il credito accordato dalla CARP alle dichiarazioni di E.________ che, contrariamente a quanto ritenuto nella sentenza impugnata, non collimerebbero con la versione dei fatti di M.________, della cui credibilità non si potrebbe dubitare. L'insorgente evidenzia poi come la descrizione dell'aggressore fornita senza titubare da M.________ non corrisponderebbe a come egli era vestito quella sera, ma piuttosto all'abbigliamento indossato da E.________. Atteso che M.________ avrebbe dichiarato di aver visto davanti a sé, oltre alla vittima, unicamente un'altra persona, e che la descrizione vestimentaria dell'aggressore corrisponderebbe a E.________, si dovrebbe concludere che l'autore della spallata sarebbe proprio quest'ultimo, che appunto si sarebbe trovato nell'atrio dell'esercizio pubblico. Secondo il ricorrente, sarebbe verosimilmente stato proprio E.________ a travolgere G.________ e avrebbe poi tentato di addossarne ogni responsabilità all'insorgente, ciò che però la CARP avrebbe escluso in modo arbitrario. L'estraneità dell'insorgente su quanto occorso a G.________ emergerebbe inoltre sia dall'e-mail anonima sia dal racconto di K.________, che ne attribuirebbero la responsabilità agli agenti di sicurezza.
7.2.3.1. Su quest'ultimo punto, si rinvia a quanto già esposto in precedenza (v.
supra consid. 3), la valutazione della CARP sull'irrilevanza o sull'inattendibilità di quanto addotto nel messaggio di posta elettronica, rispettivamente da K.________ avendo retto alle critiche ricorsuali.
7.2.3.2. Con riferimento alla descrizione dell'autore fornita da M.________, la CARP ha ritenuto che non minava in alcun modo l'identificazione del ricorrente. Ha infatti spiegato che egli ha avuto davanti a sé l'autore per pochi istanti e che, prima che colpisse l'amico, non aveva alcun motivo di prestarvi attenzione mentre, dopo, la sua attenzione era esclusivamente rivolta alla vittima. Sicché l'autore, visto da dietro per pochissimi secondi, per M.________ altro non era che una sagoma scura. In simili circostanze, e contrariamente a quanto sostenuto nel gravame, la descrizione fornita da M.________ non esclude che sia stato il ricorrente a colpire la vittima. Si rivela inoltre che M.________, oltre all'abbigliamento, ha delineato anche alcune caratteristiche fisiche dell'autore, indicando una corporatura atletica e una statura simile a quella della vittima, ciò che, ha osservato la CARP, si attaglia perfettamente alla corporatura dell'insorgente. È d'altronde lo stesso ricorrente ad addurre di essere alto quanto la vittima e a rilevare che invece E.________ sarebbe più alto.
7.2.3.3. L'insorgente sostiene che la versione di M.________ e quella di E.________ divergerebbero in modo sostanziale anche sulle persone presenti nell'atrio della discoteca in quel momento. Il primo non avrebbe notato nessuno oltre alla vittima e all'aggressore, mentre il secondo riferirebbe di un gruppetto di persone, che la CARP riterrebbe arbitrariamente costituire gli amici della vittima. Secondo il ricorrente tuttavia, in base alle loro dichiarazioni, essi si sarebbero trovati in una posizione non visibile da E.________. Aggiunge poi che, dalle dichiarazioni di H.________, J.________, U.________, V.________ e W.________, si evincerebbe che nell'atrio della discoteca vi fosse almeno un altro agente di sicurezza, che l'insorgente deduce essere V.________. Il fatto che quest'ultimo e E.________ non abbiano riportato tale circostanza sarebbe "altamente indicativo della loro totale inattendibilità".
Ricordato che la situazione non era statica, ma dinamica, la CARP ha accertato che E.________ e M.________ sono giunti nell'atrio in frangenti diversi, seppur ravvicinati, e hanno descritto una situazione che può essere (leggermente) diversa. M.________ ha affermato che, tra lui e G.________, non c'era nessuno, aggiungendo su precisa domanda di non aver visto nessuno dietro di lui. Da parte sua, E.________ ha dichiarato che, al momento dei fatti, nell'atrio vi era solo un gruppetto di 3-5 persone, tra cui la vittima. La CARP ha ritenuto che le persone che l'agente di sicurezza ha collocato nell'atrio erano gli amici della vittima, che sono d'altronde stati i primi a intervenire in suo soccorso e che dunque si trovavano a pochi passi da M.________ e da G.________. Del resto, M.________ ha raccontato che il gruppo di amici stava uscendo in "fila indiana". E X.________, uno di loro, ha indicato di essersi fermato oltre le porte scorrevoli per allacciare la giacca, trovandosi pertanto già nell'atrio, e ha dichiarato che G.________ e M.________ erano davanti a lui, mentre Y.________ era o da parte a lui o appena dietro di lui. Alla luce di questi elementi, appare del tutto sostenibile la conclusione della CARP per cui le persone che E.________ ha collocato nell'atrio, o vi stavano entrando posto come la scena era in movimento, altri non erano che gli amici della vittima. Vero è che M.________ ha affermato di non aver notato nessuno dietro di sé e X.________ e Y.________ hanno visto G.________ già a terra. Ciò tuttavia non esclude, come sembra pretendere il ricorrente, che questi non si trovassero già nell'atrio nel momento in cui la vittima è stata colpita. Da un lato la CARP ha accertato che M.________ stava uscendo dal locale, per cui aveva lo sguardo rivolto in avanti, e non ha mai preteso di essersi voltato indietro. Dall'altro lato, gli altri amici, se uscendo hanno visto la vittima già a terra, è perché uno si stava allacciando la giacca e prestava la sua attenzione a ciò, mentre l'altro, secondo le sue stesse dichiarazioni, era sovrappensiero e quindi con la testa altrove. L'insorgente peraltro non contesta che, come osservato dalla CARP, le dichiarazioni di E.________ risultano in linea con quelle di X.________ sulla posizione del gruppo di amici. Sicché, e contrariamente a quanto preteso nel gravame, il fatto che E.________ abbia dichiarato di non aver visto la fase finale della caduta della vittima, essendo scattato per fermare l'aggressore, non esclude che il gruppo di amici fosse già nell'atrio, benché questi abbiano dichiarato di aver visto la vittima già a terra.
Quanto alla pretesa presenza di un altro agente di sicurezza nell'atrio, la tesi difensiva poggia su una valutazione parziale delle testimonianze agli atti. Dalle stesse non è possibile dedurre che, nel momento in cui la vittima è stata colpita, nell'atrio vi fosse più di un agente di sicurezza. J.________ ha sì dichiarato che le è sembrato di aver visto due agenti, ma li ha collocati nel corridoio e non nell'atrio. Peraltro, ha anche affermato di essere uscita dal locale con la sua amica H.________, quest'ultima però si è dichiarata certa al 100 % di essere uscita da sola dalla discoteca. La tesi della difesa non trova conferma neppure nelle dichiarazioni di H.________, che ha affermato di essere stata spintonata sulla rampa [sita oltre l'atrio] dai "securini che avevano già preso" l'insorgente. Valutate unitamente al racconto di W.________, a cui peraltro si richiama lo stesso ricorrente, emerge che è stato proprio lui, posizionato in cima alla rampa e quindi non nell'atrio, a spostarsi e a coadiuvare E.________ per bloccare l'insorgente sulla rampa, e d'altronde la CARP ha accertato che è stato il primo a intervenire in aiuto del collega. W.________ ha inoltre indicato che, solo in cima alla rampa, sono giunti gli altri colleghi, tra cui V.________. U.________ ha, quanto a lei, dichiarato che, rincasando quella sera con V.________, questi le ha riferito la scena dell'aggressione ai danni di G.________. Se, come avanzato nel gravame, nel suo secondo interrogatorio, ella ha affermato che V.________ le ha raccontato cosa lui aveva visto, nel suo primo interrogatorio, a pochi giorni dai fatti, ha invece indicato unicamente di "credere" che egli avesse assistito alla scena. Interrogato a sua volta, V.________ ha però affermato di non aver visto il colpo inferto a G.________. Orbene, in proposito la CARP ha accertato che se V.________ avesse davvero assistito alla scena raccontata a U.________, l'avrebbe riferita agli inquirenti, pertanto se nulla ha detto loro è perché effettivamente nulla ha visto.
La CARP non ha quindi commesso alcun arbitrio nel ritenere credibili le dichiarazioni dell'agente di sicurezza E.________, né ha omesso di considerare elementi rilevanti per l'accertamento dei fatti.
7.3. Come accennato, secondo la tesi difensiva, la responsabilità di quanto occorso ai danni di G.________ sarebbe in realtà dell'agente di sicurezza E.________. Tesi che però la CARP ha scartato per diversi motivi. In primo luogo, essa ha rilevato che, negli istanti che hanno preceduto l'aggressione dell'amico, M.________ ha visto davanti a sé unicamente G.________ e un'altra sola persona che camminava in modo spedito, cioè l'aggressore. Se l'ipotesi della difesa fosse fondata, e quindi se E.________ (eventualmente con V.________) avesse travolto la vittima mentre seguiva il ricorrente, M.________ avrebbe dovuto vedere almeno due persone o addirittura tre, ossia, oltre all'amico, una o più persone che ne inseguivano un'altra. Ma così non è. Abbondanzialmente la CARP ha osservato che, volendo seguire la tesi difensiva, si dovrebbe attribuire a E.________ una spregiudicatezza straordinaria nell'addossare a poche ore dai fatti, appresa la gravità delle condizioni della vittima, la colpa all'insorgente, mentendo agli inquirenti e continuando a farlo per tutta l'inchiesta, con il concreto rischio di essere stato visto dagli amici della vittima e di essere da loro smascherato. Inoltre, continua la Corte cantonale, non si scorgono ragioni, e la difesa neppure le ha avanzate, che avrebbero spinto l'agente di sicurezza, con il successivo concorso dei colleghi, a inseguire l'insorgente con cotanta determinazione e a placcarlo con le maniere forti, se non quella di evitare, visto il pugno inferto a G.________, che creasse ulteriori problemi. D'altronde la CARP ha stabilito che E.________ non nutriva inimicizia o malanimo nei confronti del ricorrente. Egli è risultato credibile e pacato, riferendo solo di cose di cui era certo, e il suo racconto, lineare e costante, è stato confermato da altri testi.
Il ricorrente sostiene che la CARP avrebbe in modo arbitrario scartato la tesi difensiva.
7.3.1. Secondo l'insorgente, l'argomentazione principale avanzata dall'autorità cantonale non reggerebbe, in quanto contraddittoria. Infatti la stessa CARP avrebbe stabilito che M.________ non prestava necessariamente particolare attenzione a quanto avveniva intorno a lui, iniziando a osservare la scena in concomitanza con il colpo inferto all'amico davanti a lui. Proprio perché egli non avrebbe prestato attenzione, il fatto che egli abbia dichiarato di aver visto una sola persona non potrebbe dunque escludere la tesi difensiva.
Benché il ricorrente lamenti arbitrio, non riesce a dimostrare che le considerazioni della CARP siano insostenibili. Egli infatti formula delle proprie deduzioni che, semplicemente, contrappone a quelle dell'autorità cantonale bollandole di arbitrio. Non è contestato che l'attenzione di M.________ è stata richiamata dal colpo ricevuto dall'amico dinanzi a lui. Ed è stato accertato che in quel momento egli ha visto, oltre all'amico, unicamente l'aggressore che si allontanava a passo sostenuto. Vero è che la CARP ha stabilito che, l'amico accasciatosi a terra, l'attenzione di M.________ è stata poi assorbita dalla vittima che non dava (già) più segni di vita. Ciò non toglie che al momento in cui il colpo è stato inferto, M.________ ha scorto unicamente una persona, ovvero l'aggressore che si dirigeva celermente verso l'uscita, e nessun altro. Come pertinentemente osservato dai giudici precedenti, se G.________ fosse stato colpito da E.________, mentre seguiva l'insorgente, M.________ avrebbe dovuto scorgere dinanzi a sé, oltre all'amico e all'aggressore, qualcun altro, tanto più che il ricorrente non pretende minimamente che, dalla sua posizione, M.________ non avrebbe in ogni caso potuto scorgere persone che si trovavano eventualmente già sul ciglio della rampa di uscita o sulla stessa.
Tanto basta per ritenere infondata la tesi difensiva. Sicché la CARP non ha commesso alcun arbitrio nell'escluderla.
7.3.2. Di transenna si rileva ancora che non si scorge alcuna violazione del diritto nemmeno in relazione agli altri argomenti avanzati dalla CARP per confutare l'ipotesi difensiva che il responsabile di quanto occorso a G.________ sia E.________.
Se è vero che, come obiettato nel gravame, non può essere a priori escluso che, nell'ottica di sottrarsi alle conseguenze penali di un proprio atto, se ne attribuisca la colpa a terzi, nulla indica che ciò sia il caso nella fattispecie. La versione dell'agente di sicurezza è rimasta costante nel tempo. Tenuto conto che, come del resto affermato da E.________, nell'atrio in cui è stata aggredita la vittima erano presenti altre persone, egli poteva ritenere che anche queste avessero assistito alla scena. È quindi a ragione che la CARP ha rilevato che, mentendo, egli correva il concreto rischio di essere smascherato in qualsiasi momento proprio dagli amici della vittima.
Secondo il ricorrente, E.________ non sarebbe credibile perché avrebbe mentito su molteplici circostanze di quella sera e anche negando di aver parlato con i giornalisti allorché ammonito di non farlo. La censura non ha pregio. Come stabilito dalla CARP, il racconto dell'interessato ha trovato conferma in quello di altre persone, così ad esempio in merito all'episodio dell'abbraccio non ricambiato oppure ancora all'episodio al guardaroba. Quanto alle pretese dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, in urto con il monito ricevuto dagli inquirenti, l'insorgente dà per scontato che E.________ abbia parlato ai media, senza avvedersi che la CARP non ha accertato nulla del genere. Ha semplicemente osservato che, quand'anche ciò fosse stato il caso, circostanza non dimostrata, la credibilità del suo racconto non sarebbe scalfita, perché l'eventuale bugia non sarebbe comunque attinente ai fatti del procedimento. L'insorgente persiste nell'argomentare a ruota libera sulla questione, ma non spiega in alcun modo perché le considerazioni dell'autorità cantonale violerebbero il diritto.
Peraltro, accertata e non contestata l'assenza di inimicizia o di malanimo di E.________ nei confronti del ricorrente, non si scorge perché, secondo la tesi difensiva, egli avrebbe dovuto inseguire l'insorgente con tanta foga e determinazione da travolgere G.________. Se è vero che, in seguito al pugno inferto a I.________ nei pressi del guardaroba, il direttore della discoteca ha incaricato l'agente di sicurezza di tenere d'occhio il ricorrente, volendo che lo "accompagnasse fuori senza ulteriori problemi", ciò ancora non spiega il motivo per cui, sempre seguendo la tesi della difesa, E.________ avrebbe dovuto tallonarlo così da vicino da dover scansare con una spallata G.________ che, per ipotesi, si trovava tra i due, e non avrebbe potuto semplicemente limitarsi a seguirlo con gli occhi, tanto più che non è contestato che l'insorgente si stava dirigendo verso la rampa di uscita. Il ricorrente virgoletta il termine accompagnare utilizzato dal teste S.________, attribuendogli così un senso diverso dal suo classico significato. Senso però che non trova alcun fondamento e soprattutto che non emerge dalla citata testimonianza.
7.4. Richiamandosi alla documentazione fotografica della ricostruzione dei fatti secondo la versione resa da M.________, il ricorrente evidenzia che nell'atrio della discoteca vi sarebbe stato tutto lo spazio necessario per transitare senza necessità di farsi largo. Sarebbe pertanto illogico, privo di riscontri agli atti e dunque arbitrario l'accertamento della CARP secondo cui l'insorgente si sarebbe fatto strada con le maniere forti ai danni della vittima che, in quel momento, rappresentava un ostacolo fra lui e la ex ragazza "in fuga".
La critica è infondata. Infatti è proprio M.________, citato nella sentenza impugnata, ad affermare che l'amico G.________ si è trovato sul cammino della persona che lo ha aggredito. Sicché il contestato accertamento non risulta arbitrario, trovando chiaro riscontro nelle dichiarazioni di M.________.
8.
L'accertamento dei fatti operato dalla CARP ha retto a tutte le critiche ricorsuali, risultando rispettoso del divieto dell'arbitrio e di riflesso del principio in
dubio pro reo. Alla luce degli stessi è quindi in modo sostenibile che l'autorità cantonale ha ritenuto che il ricorrente ha dato prova di una sconcertante aggressività, sferrando già all'interno dell'esercizio pubblico dei pugni, a tradimento, a due persone che considerava frapporsi fra lui e la donna oggetto del suo desiderio (v.
supra consid. 4 e 6). Come osservato dalla CARP, quanto poi successo nell'atrio della discoteca appare congruente con l'atteggiamento dell'insorgente nel corso della serata, improntato a "bonificare il territorio" attorno alla sua ex fidanzata e a colpire chiunque le si avvicinasse. La Corte cantonale ha quindi concluso che non sorprende che, per raggiungere la sua ex ragazza partita con piglio deciso ignorando i suoi richiami, l'insorgente non abbia esitato a farsi strada con le maniere forti, scansando G.________ che, in quel momento, rappresentava semplicemente un ostacolo fra lui e la ragazza "in fuga".
9.
Dopo aver accertato lo svolgimento dei fatti, la CARP ha dovuto stabilire la causa della morte di G.________, procedendo alla valutazione dei numerosi referti e pareri medici agli atti. Tra questi figurano: le perizie giudiziarie ordinate dal pubblico ministero alla dott.ssa Z1.________ e al dott. Z2.________ sugli aspetti medico-legali, nonché al dott. Z3.________ per la valutazione degli esami radiologici; i referti del dott. Z4.________ per gli aspetti medico-legali e del dott. Z5.________ per quelli radiologici, entrambi incaricati dagli accusatori privati; i pareri della dott.ssa Z6.________, medico chirurgo specialista in medicina legale, e del dott. Z7.________, specialista in chirurgia e traumatologia, consultati dalla difesa; e infine la perizia giudiziaria ordinata dalla CARP al dott. Z8.________.
La Corte cantonale ha riscontrato diversi errori di valutazione nel referto del dott. Z8.________ che compromettevano il valore probante delle sue argomentazioni e conclusioni, e ha pertanto decretato l'inutilizzabilità della sua perizia. Il ricorrente contesta la ritenuta inutilizzabilità del referto del dott. Z8.________, a suo dire frutto di una valutazione arbitraria della perizia, non potendogli essere ascritti errori o mancanze di sorta. Ritiene inoltre che la CARP non avrebbe comunque potuto scartarla senza prima concedere al perito la facoltà di commentare il suo referto o di completarlo oralmente.
9.1. Come gli altri mezzi di prova, il giudice valuta liberamente la perizia (art. 10 cpv. 2 CPP) e non è in linea di massima vincolato alle conclusioni del perito. Il giudice deve piuttosto esaminare se, sulla base degli ulteriori mezzi di prova e delle allegazioni delle parti, sussistano serie obiezioni contro il carattere concludente delle esposizioni peritali (DTF 141 IV 369 consid. 6.1). Trattandosi di questioni di natura specialistica (v. art. 182 CPP), nondimeno, il giudice può scostarsene solo in presenza di valide ragioni ed è tenuto a motivare la sua decisione in tal senso (DTF 150 IV 1 consid. 2.3.3). La questione di sapere se a ragione il giudice abbia ritenuto convincenti o meno le spiegazioni contenute nella perizia e abbia seguito, rispettivamente scartato le conclusioni del perito attiene alla valutazione delle prove (DTF 141 IV 369 consid. 6.1), sindacabile in questa sede sotto il ristretto profilo dell'arbitrio. Il giudice che non segue le conclusioni del perito quando circostanze o indizi rilevanti e attendibili ne minano la forza persuasiva non commette alcun arbitrio. Se invece le conclusioni di una perizia giudiziaria appaiono dubbie su aspetti essenziali, il giudice deve assumere prove complementari per tentare di dissipare i suoi dubbi (v. art. 189 lett. c CPP). Basarsi su una perizia non concludente o rinunciare ad assumere le necessarie prove complementari potrebbe costituire una valutazione arbitraria delle prove e violare quindi l'art. 9 Cost. (DTF 150 IV 1 consid. 2.3.3 e rinvii).
Una perizia susseguente non rende caduca una perizia precedente. Ove due o più perizie divergano tra di loro su punti essenziali, le stesse non beneficiano più del credito che è insito nei pareri peritali e che vieta al giudice di scostarsene senza un motivo determinante. Spetta allora al giudice operare una scelta, in piena libertà senza riguardo al principio
in dubio pro reo (DTF 144 IV 345 consid. 2.2.3.1), ma sempre nei limiti del divieto dell'arbitrio. Deve pronunciarsi sulla loro solidità secondo la propria valutazione e, se del caso, ordinare un'ulteriore perizia. In pratica, sarebbe opportuno confrontare tra loro i periti e chiedere loro di prendere posizione sulle conclusioni l'uno dell'altro. In funzione della natura e dell'entità delle divergenze constatate, nonché della loro portata per l'esito della causa, un simile confronto o un'ulteriore perizia risultano non solo opportuni, bensì addirittura dovuti, tenuto conto del principio della verità materiale (art. 6 CPP; v. in particolare art. 189 CPP), e devono conseguentemente essere disposti d'ufficio (sentenza 6B_162/2024 del 16 luglio 2024 consid. 5.1.3 con rinvii).
9.2. La CARP ha rilevato che i periti sono stati unanimi nel ricondurre la morte della vittima a un'emorragia cerebrale acuta conseguente a una lacerazione dell'arteria vertebrale sinistra. L'unico ad aver espresso un parere (parzialmente) divergente è il dott. Z8.________, per il quale la subitanea perdita di coscienza della vittima escluderebbe l'emorragia acuta. Questo parere è stato però smentito in modo assolutamente convincente dalla dott.ssa Z1.________ con richiamo a contributi scientifici, e anche dal dott. Z4.________. Per la Corte cantonale, la posizione del dott. Z8.________ non è condivisibile nemmeno laddove sostiene che la rottura dell'arteria vertebrale sinistra costituisce "l'espressione di una dissezione di un vaso patologicamente alterato". Da un lato perché l'arteria lacerata della vittima non presenta alcun tipo di patologia, bensì unicamente una variante anatomica, dall'altro lato perché la sua opinione procede da diversi errori di valutazione. Per la CARP, tutto ciò compromette irrimediabilmente il valore probante delle argomentazioni e conclusioni espresse dal dott. Z8.________ e comporta l'inutilizzabilità del suo referto.
9.2.1. Sulla causa della morte, contrariamente a quanto pretende il ricorrente, la CARP non ha commesso alcun arbitrio nel ritenere che il parere del dott. Z8.________ fosse in proposito, almeno parzialmente, divergente da quello degli altri periti. Vero è che egli non ha escluso in modo netto che l'emorragia cerebrale acuta fosse la causa del decesso. Tuttavia la formulazione da lui usata lascia chiaramente intendere che egli scarti tale ipotesi. Infatti, nella sua presa di posizione del 15 ottobre 2021, citata nella sentenza impugnata e anche nel ricorso, egli afferma che "[...] Un'emorragia subaracnoidea acuta non è associata a un accasciamento acuto al suolo né soprattutto a un immediato arresto circolatorio. [...] L'immediata assenza di reazioni o l'immediato arresto circolatorio dal primo momento della comparsa dell'emorragia non sono segni clinici immediati di un'emorragia subaracnoidea iperacuta. L'emorragia deve prima espandersi e diffondersi nello spazio subaracnoideo, cosa che non può accadere in pochi secondi. [...]" (all. CXXVIII pag. 3, incarto CARP). Orbene, chiamata a esprimersi al dibattimento d'appello, la dott.ssa Z1.________ ha in breve spiegato che le emorragie subaracnoidee sono di tanti tipi e che l'affermazione del dott. Z8.________ è corretta se rapportata a un'emorragia interessante la convessità degli emisferi, ma ha precisato che in concreto l'emorragia ha interessato il tronco cerebrale, ossia una zona con spazi piccoli e sede di centri che controllano le funzioni vitali, tra cui il battito cardiaco. Ha inoltre evidenziato che nella fattispecie la fuoriuscita di sangue è stata particolarmente veloce, dal momento che si è lesionata l'arteria con il calibro maggiore. Per la CARP, già solo la mancata presa in considerazione da parte del dott. Z8.________ di queste argomentazioni assolutamente convincenti, e perfettamente sovrapponibili a quelle del dott. Z4.________, fa sorgere dubbi sulla metodologia alla base del suo referto.
L'insorgente obietta però che tali aspetti sarebbero stati avanzati posteriormente all'inoltro della perizia del dott. Z8.________ e questi non avrebbe avuto la possibilità di prendere posizione sugli stessi e neppure sui contributi scientifici presentati in appello dalla dott.ssa Z1.________ a supporto della sua posizione. Il ricorrente rimprovera inoltre all'autorità cantonale di aver ignorato la premessa formulata dal dott. Z8.________ nella sua perizia in merito alla mancata documentazione, in occasione dell'autopsia medico-legale del 24 aprile 2017, della localizzazione anatomica precisa della lesione dell'arteria vertebrale interna sinistra. Tenuto conto di questa mancata documentazione e dal momento che le emorragie subaracnoidee possono essere di vari tipi, a dire dell'insorgente non sarebbe possibile affermare con certezza che l'emorragia avrebbe interessato la zona che controlla le funzioni vitali. Le critiche risultano pertinenti, quanto meno nella misura in cui fanno apparire ingiustificato il giudizio della CARP sul lavoro del dott. Z8.________. Proprio perché, per riprendere le affermazioni della dott.ssa Z1.________, "le emorragie subaracnoidee sono di tanti tipi e possono avere localizzazioni diverse", risulta arbitrario dubitare della metodologia adottata dal perito senza però indicare quali fattori avrebbe omesso di considerare che avrebbero dovuto indurlo a contemplare una precisa localizzazione dell'emorragia nel caso concreto. Quanto alla premessa evocata dal ricorrente, la sua portata appare oscura perché non illustrata dal suo autore. Quella addotta dal ricorrente può esserne un'interpretazione, ma in assenza di elementi concreti allo stadio attuale costituisce una semplice speculazione. Trattasi di un aspetto che avrebbe meritato una spiegazione per poterne comprendere la reale implicazione.
9.2.2. La CARP ha osservato che i periti giudiziari come quelli incaricati dagli accusatori privati hanno escluso che la lesione dell'arteria sia da ricondurre a una sua patologia pregressa, il maggior calibro dell'arteria vertebrale sinistra rispetto alla controlaterale costituendo unicamente una variante anatomica e non una patologia. Le loro argomentazioni sono risultate pregnanti e convincenti. Il dott. Z8.________ nel suo referto fa invece riferimento a "danni strutturali preesistenti della parete vascolare", "anomalia vascolare", "alterazione della struttura della parete" rispettivamente "vaso patologicamente alterato". Trattasi, secondo la Corte cantonale, del risultato di diversi errori di valutazione, a comprova dei quali essa ha richiamato quanto da lui rilevato in calce alle immagini di cui alle figure 14, 17 e 18 del suo referto.
Secondo il ricorrente, la CARP avrebbe travisato quanto indicato dal dott. Z8.________ in merito alle immagini degli esami autoptici di cui alle figure 14, 17 e 18 del referto, attribuendogli arbitrariamente degli errori di valutazione che avrebbero motivato la dichiarata inutilizzabilità della sua perizia. Rileva peraltro che il dott. Z8.________ non si sarebbe comunque avvalso delle citate immagini per supportare la sua conclusione di una patologia preesistente della vittima.
9.2.2.1. Se è vero che il perito ritiene che la figura 14 documenti un'anomalia vascolare ("Gefässanomalie" rispettivamente "Auffälligkeiten", v. referto pagg. 21 e 38, all. CXV incarto CARP), le osservazioni che formula in proposito non si scostano dalle constatazioni dei periti dott. Z2.________ e dott.ssa Z1.________ in merito alla differenza di calibro tra le arterie vertebrali destra e sinistra. Definisce quella destra ipoplastica, come del resto anche i citati periti (v. referto pagg. 21 e 28 con richiamo all'all. 310, all. CXV incarto CARP). E non attribuisce espressamente una valenza particolare a questa differenza di calibro. Certo egli individua delle anomalie nell'arteria vertebrale sinistra ("Auffälligkeiten"), descrivendone la dilatazione e successivo restringimento, così come osservabili nell'immagine, ma riporta poi fedelmente le relative spiegazioni del dott. Z2.________ sull'assenza del visibile restringimento, dovuto unicamente a un effetto fotografico. Come obiettato nel ricorso, in concreto le differenze di valutazione paiono dunque ridursi a differenze terminologiche e non sostanziali (v. pure referto pag. 28, all. CXV incarto CARP, in cui il dott. Z8.________ riassume la perizia medico legale definitiva del 14 luglio 2017 del dott. Z2.________ e della dott.ssa Z1.________, utilizzando l'espressione "anomalia dei vasi sanguigni alla base del cranio" ["Anomalie der basalen Hirngefässe"]).
9.2.2.2. Quanto alle figure 17 e 18, a ragione il ricorrente eccepisce che non sono state richiamate dal dott. Z8.________ per supportare direttamente la tesi di una patologia preesistente dell'arteria, come invece pare ritenere la CARP. Infatti egli commenta le immagini delle sezioni rappresentative dell'arteria vertebrale sinistra, evidenziando una parete vascolare estremamente sottile e descrivendo lo stato delle tonache media e avventizia (referto pag. 23, all. CXV incarto CARP). Con particolare riferimento alla figura 18, il dott. Z8.________ riconosce espressamente una rottura della parete vascolare, indicata peraltro con una freccia "perforazione", e non attribuisce, quanto meno espressamente, alla quasi assenza della struttura dei tessuti nella tonaca media una valenza patologica. Sicché appare incongruente la CARP quando, citando le spiegazioni della dott.ssa Z1.________, rileva che l'assenza della tonaca media è fisiologico alla lacerazione.
9.2.2.3. È pertanto a ragione che il ricorrente lamenta arbitrio nella valutazione della perizia del dott. Z8.________. Sulla sola scorta di quanto avanzato nella sentenza impugnata, che non ha retto alle censure ricorsuali, la CARP non poteva dichiarare addirittura inutilizzabile il referto del perito. Infatti, se è vero che in presenza di più perizie giudiziarie, il giudice può optare per quella che ritiene più solida, rimane comunque tenuto a rispettare il divieto dell'arbitrio (v.
supra consid. 9.1).
9.3. Secondo l'art. 187 cpv. 2 CPP, chi dirige il procedimento può disporre che la perizia sia presentata oralmente oppure che una perizia scritta sia commentata o completata oralmente. Secondo la giurisprudenza, il commento orale della perizia offre l'opportunità di chiarire punti oscuri e, attraverso una comunicazione diretta tra l'autorità penale, il perito e le parti, di favorire la comprensione del suo contenuto (sentenza 6B_567/2020 del 6 dicembre 2021 consid. 2.3.3, non pubblicato in DTF 148 IV 57).
Giusta l'art. 189 CPP, d'ufficio o ad istanza di parte, chi dirige il procedimento incarica il perito di completare o di migliorare la sua perizia oppure designa altri periti se la perizia è incompleta o poco chiara (lett. a); diversi periti divergono sensibilmente nelle loro conclusioni (lett. b); oppure sussistono dubbi circa l'esattezza della perizia (lett. c).
Alla luce di quanto esposto nei considerandi precedenti, appare come in concreto si imponesse quanto meno di convocare il dott. Z8.________ a commentare il suo referto. Ciò che avrebbe permesso al perito di spiegare la rilevanza della sua premessa per i quesiti peritali posti, di precisare il significato delle espressioni da lui utilizzate, in particolare quelle di "anomalie" e di "vaso patologicamente alterato", rispettivamente di fugare dubbi sulla portata della sua analisi della sezione dell'arteria perforata, alla luce anche degli studi che egli richiama nel suo referto. E quindi confrontarlo con le conclusioni degli altri periti, tanto più considerata la divergenza su punti essenziali per l'esito della causa, divergenza che ha indotto la CARP a ordinare una perizia, incaricando a tal fine proprio il dott. Z8.________.
9.4. Le censure sulla valutazione della perizia del dott. Z8.________ risultano fondate e comportano l'accoglimento del ricorso su questo punto. Non è dunque necessario vagliare le ulteriori critiche formulate contro gli accertamenti di natura medica relativi alle cause della morte di G.________. La CARP dovrà infatti chinarsi nuovamente sulle stesse (compresa la frattura del clivus), dopo aver chiesto delucidazioni al dott. Z8.________ e averlo confrontato con le conclusioni degli altri periti, ed eventualmente aver ordinato un'ulteriore perizia, ove ciò si rivelasse necessario.
10.
In assenza di accertamenti sulle cause della morte di G.________, non si giustifica di esaminare le censure in merito alla qualificazione giuridica del comportamento del ricorrente ai danni della vittima.
11.
La CARP ha accertato che, dopo aver visto il ricorrente sferrare un pugno senza motivo a G.________, E.________ ha seguito l'insorgente per qualche metro e, verso metà della rampa d'uscita, lo ha spinto contro la parete della stessa per bloccarlo. In quel frangente, l'insorgente lo ha colpito con un pugno alla tempia sinistra, cagionandogli un ematoma, attestato dalla perizia medico legale. Le dichiarazioni di E.________ sulla dinamica di questo episodio hanno trovato conferma in quelle dei suoi colleghi V.________ e W.________. L'autorità cantonale ha quindi riconosciuto il ricorrente colpevole di lesioni semplici ai danni di E.________.
L'insorgente contesta di aver inferto un pugno all'agente di sicurezza e lamenta arbitrio nell'accertamento dei fatti. In particolare, tenuto conto che V.________ non si sarebbe trovato né in compagnia di W.________, né in cima alla rampa con quest'ultimo, non potrebbe aver visto la scena e avrebbe dunque mentito affermando il contrario. Il ricorrente riconosce che le dichiarazioni di W.________ confermerebbero l'episodio così come descritto da E.________. Rimprovera nondimeno la CARP per aver arbitrariamente omesso di considerare le costanti dichiarazioni di H.________, che smentirebbero il racconto dei due agenti, nella misura in cui avrebbe sempre sostenuto che, nel punto in cui E.________ affermerebbe di essere stato colpito, lei sarebbe stata spinta dagli agenti di sicurezza che avevano già afferrato il ricorrente.
La censura è di natura puramente appellatoria. Anche volendo fare astrazione della testimonianza di V.________, è comunque incontestato che il racconto di E.________ ha trovato piena conferma nella testimonianza di W.________. Non si scorge, né è spiegato, come le dichiarazioni di H.________ possano smentire quanto da loro riferito. Non è infatti minimamente preteso che ella abbia assistito ai fatti, occorsi manifestamente alle sue spalle, e nulla del resto ha riferito in proposito. Le sue dichiarazioni potrebbero tutt'al più influire sul punto preciso della rampa in cui è avvenuto l'episodio, ma in nessun modo sulla materialità dei fatti. Per il resto, il ricorrente non contesta che il pugno tirato a E.________ adempia gli elementi costitutivi delle lesioni semplici giusta l'art. 123 CP. La sua condanna per questo titolo di reato va pertanto confermata.
12.
Il ricorrente impugna infine anche la sua condanna per titolo di ripetuta minaccia giusta l'art. 180 cpv. 1 CP. Egli non contesta di aver proferito delle minacce di morte all'indirizzo di E.________. Ritiene tuttavia che, tenuto conto del contesto in cui sarebbero state formulate, non sarebbero state oggettivamente suscettibili di incutere spavento. Lo stesso E.________ nulla avrebbe riferito al riguardo, dichiarandosi certo scosso, ma per quanto successo a G.________.
12.1. Si rende colpevole di minaccia giusta l'art. 180 cpv. 1 CP, chiunque, usando grave minaccia, incute spavento o timore a una persona.
Sotto il profilo oggettivo il reato presuppone l'adempimento di due condizioni. In primo luogo, occorre che l'autore abbia palesato una minaccia grave, vale a dire oggettivamente idonea a spaventare o ad intimorire la persona colpita. Deve essere tenuto conto della reazione che avrebbe avuto una persona ragionevole, dotata di una resistenza psicologica più o meno normale di fronte a una situazione identica. In secondo luogo, occorre che la persona interessata sia effettivamente stata spaventata o intimorita. Questo elemento, che attiene al foro interno di una persona, è una questione di fatto. Sotto il profilo soggettivo, la minaccia è un reato intenzionale e il dolo eventuale è sufficiente (sentenza 6B_383/2024 del 7 giugno 2024 consid. 5.1.1, con rinvii).
12.2. Ricordato che gli accertamenti relativi a quanto accaduto all'interno e fuori dalla discoteca hanno retto a tutte le censure di arbitrio (v.
supra consid. 2, 4-8), la CARP ha giustamente evidenziato che le minacce di morte sono state proferite pochi istanti dopo due episodi in cui il ricorrente ha assunto un comportamento aggressivo e violento del tutto gratuito, colpendo delle persone senza alcun motivo. Risulta inoltre che egli ha reiterato le minacce di morte anche dinanzi alla polizia giunta sul posto. In questo contesto, una minaccia di morte più volte ripetuta è senz'altro oggettivamente idonea a incutere paura a qualsiasi persona ragionevole posta nella stessa situazione. Sicché la prima condizione oggettiva del reato è sicuramente realizzata.
L'autorità cantonale ha inoltre accertato che E.________ è stato effettivamente scosso dalle minacce ricevute, come del resto risulta sia da quanto da lui dichiarato, sia dalla sua temporanea inabilità al lavoro attestata dal certificato medico del suo psichiatra. Invano il ricorrente lamenta arbitrio al riguardo, affermando che in realtà E.________ non sarebbe rimasto scosso per le minacce contro di lui, bensì dalla morte di G.________. Orbene, nel suo verbale di interrogatorio del 26 aprile 2017, E.________ si è dichiarato sconvolto per quanto occorso a G.________, per il pugno ricevuto e anche per le minacce proferite dall'insorgente (incarto cantonale, all. 65 pag. 9). L'accertamento della CARP trova quindi pieno riscontro negli atti. Il ricorrente obietta però che, dopo averlo scortato con le maniere forti all'esterno della discoteca, E.________ si sarebbe "tranquillamente acceso una sigaretta", ciò che non deporrebbe in favore di uno stato di spavento o timore. Il rilievo è di stampo puramente appellatorio. Si osserva comunque che nulla indica che egli si sia acceso una sigaretta dopo aver ricevuto le minacce di morte, né che egli fosse "tranquillo". Anche la seconda condizione è quindi data.
Gli elementi oggettivi del reato di minaccia sono dunque adempiuti. L'insorgente non contesta peraltro di aver agito con dolo. Sicché la sua condanna giusta l'art. 180 CP risulta conforme al diritto.
13.
Ne segue che il ricorso merita parziale accoglimento. La condanna dell'insorgente per titolo di omicidio intenzionale dev'essere annullata, in quanto connessa agli accertamenti sulle cause della morte di G.________, su cui la CARP deve nuovamente pronunciarsi dopo aver proceduto come indicato al consid. 9.4. Sono invece confermate le condanne per i titoli di ripetute lesioni semplici (v.
supra consid. 4 e 11) e di ripetuta minaccia (v.
supra consid. 12).
Atteso che l'accoglimento parziale del ricorso non pregiudica in alcun modo l'esito del procedimento in relazione all'imputazione di omicidio intenzionale, in subordine di omicidio colposo, è possibile rinviare la causa all'autorità precedente senza previamente ordinare uno scambio di scritti (v. DTF 133 IV 293 consid. 3.4.2).
Le spese giudiziarie e le ripetibili seguono la soccombenza (art. 66 cpv. 1 e 4 nonché art. 68 cpv. 1 e 3 LTF ). Poiché gli accusatori privati non sono stati invitati a esprimersi, non si giustifica di addossare loro spese giudiziarie o di accordare loro ripetibili. Il grado di soccombenza del ricorrente può essere valutato a 70 %. Per la parte in cui risulta vincente il ricorrente ha diritto a un'indennità a titolo di ripetibili a carico del Cantone Ticino.
Nella misura in cui non è divenuta priva di oggetto, la domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio dev'essere respinta. Infatti il ricorrente non ha dato alcun seguito all'invito del 16 gennaio 2023 di completare la documentazione volta a dimostrare di non disporre dei mezzi necessari per far fronte alle spese giudiziarie e di patrocinio (art. 64 cpv. 1 LTF).
Una parte delle spese giudiziarie sono pertanto poste a carico dell'insorgente, secondo il suo grado di soccombenza.
Per questi motivi, il Tribunale federale pronuncia:
1.
Il ricorso è parzialmente accolto. La sentenza impugnata è annullata e la causa è rinviata alla Corte di appello e di revisione penale per nuovo giudizio nel senso dei considerandi. Per il resto il ricorso è respinto.
2.
La domanda di assistenza giudiziaria con gratuito patrocinio è respinta nella misura in cui non è divenuta priva d'oggetto.
3.
Le spese giudiziarie di fr. 2'000.-- sono poste a carico del ricorrente.
4.
Il Cantone Ticino verserà ai patrocinatori del ricorrente complessivi fr. 1'000.-- a titolo di ripetibili della procedura innanzi al Tribunale federale.
5.
Comunicazione alle parti e alla Corte di appello e di revisione penale del Cantone Ticino.
Losanna, 3 ottobre 2024
In nome della I Corte di diritto penale
del Tribunale federale svizzero
Il Giudice presidente: Denys
La Cancelliera: Ortolano Ribordy